AvventuramenteLa vita è un viaggio
mala-buddista-tibetano-preghiere

Cos’è la mala e come viene utilizzata

Home » Cos’è la mala e come viene utilizzata

Durante i viaggi in Asia ci è capitato frequentemente di notare sulle persone una lunga collana composta da tante perline che termina con un ciuffo di stoffa. Si tratta della Mala. Ti sei mai chiesto cosa sia e cosa significhi? In questo articolo ti spiegheremo cos’è la mala e come viene utilizzata.

Cos’è la Mala?

Il termine sanscrito mālā indica una ghirlanda, una corona composta da grani che viene utilizzata per la preghiera e la meditazione dei devoti. E’ principalmente legata alle antiche religioni nate in India tra cui buddismo e induismo. E’ un oggetto molto antico. Le sue origini infatti risalgono almeno al II secolo a.c.

Un devoto buddista indossa al collo una mala, la tipica corona utilizzata dutante la preghiera
Un devoto buddista indossa al collo una mala durante la preghiera

Come si utilizza

Ogni grano di questa collana rappresenta un mantra, una preghiera, che viene recitata dal devoto facendo scorrere una perlina dopo l’altra tra le mani in senso orario. Le dita utilizzate durante la pratica sono il pollice e il medio della mano destra. L’indice non viene mai utilizzato poiché rappresenta l’ego.

Il numero 108

La mala è composta generalmente da 108 grani o da multipli di 9. Il numero 108 è considerato sacro per diverse correnti religiose, in particolar modo per buddismo, induismo, giainismo, sikhismo e così via.

I nomi delle divinità recitati durante le cerimonie religiose per gli induisti sono 108. Sono sempre 108 il numero di pastorelle con le quali danzava la divinità Krishna secondo le scritture induiste nella città di Vrindavan. 108 rappresenta inoltre l’unione delle divinità Shakti e Shiva durante la creazione del nuovo mondo induista.

Per i buddisti il numero 108 rappresenta invece la quantità di peccati che il devoto dovrebbe evitare durante la vita terrena per liberarsi dalla sofferenza raggiungendo così l’illuminazione.

Una devota buddista stringe a sé una mala e una ruota di preghiera durante il pellegrinaggio in un monastero in Ladakh
Una devota buddista stringe a sé una mala e una ruota di preghiera durante il pellegrinaggio in un monastero in Ladakh

I materiali che compongono la mala

La struttura della mala è sempre la stessa ma può essere costituita da diversi materiali.

Le mala più comuni sono costituite da semi o ricavate da legname di alcuni alberi presenti nel territorio himalayano, nepalese e così via. La rudraskha, il sandalo e il loto ad esempio, secondo la medicina ayurvedica, hanno proprietà curative e spirituali notevoli. Sono molto utilizzati anche i semi della Bodhi, (ficus religiosa) la pianta considerata sacra sotto la quale il Buddha raggiunse l’illuminazione. Troviamo anche il legno proveniente dal Tulsi, normalmente coltivato in India come pianta sacra.

Oltre ai semi vengono utilizzati anche diverse pietre più o meno preziose tra cui possiamo trovare giada, ametista, quarzo e ambra. Nella regione himalayana è frequente l’utilizzo del turchese e del corallo, utilizzato anche per i gioielli tipici locali.

Un'anziana buddista con la tipica mala al collo durante il lavoro nei campi
Un’anziana buddista con la tipica mala al collo durante il lavoro nei campi

Se ti appassiona la cultura tibetana leggi i nostri articoli nella sezione Asia e guarda il nostro video! Troverai ottimi spunti per i tuoi prossimi viaggi!

Segui le nostre avventure su Facebook e Instagram!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *